7 mesi per 7 anni: La commediola delle quirinarie

Sembra che dopo una settimana di tafferugli, provocazioni e proposte ipocrite si sia arrivati a un accordo unanime che prevede la rielezione di Mattarella come Presidente della Repubblica italiana e che dovrebbe avvenire nelle prossime ore.

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E’ accaduto quello che in molti ci aspettavamo, si è fatta una gran confusione per poi non cambiare niente. L’unico partito a opporsi a questa eventualità sembra essere FDI. Se questo fosse vero non mi sorprenderebbe. In effetti, le loro posizioni su questo argomento sono sempre state molto coerenti. Non si può dire lo stesso degli altri “partiti” che in questi giorni hanno messo in scena una patetica commediola in cui hanno proposto a turno, ma  senza una reale volontà e una vera convinzione, la loro versione di : “una figura autorevole super partes“, “la prima donna Presidente“, “un integerrimo difensore della Costituzione“, “un’alta carica dello Stato“, “un alto profilo istituzionale“.

Nonostate il presidente Mattarella nei mesi scorsi avesse più volte ribadito che non sarebbe stato il caso di ripetere l’errore fatto con Napolitano di rieleggere per la seconda volta uno stesso presidente (la cui eventualità è prevista e concessa dalla Costituzione, ma non è di certo auspicabile e opportuna) e avesse invitato la Politica e i leader dei partiti a dimostrare maturità e senso civico trovando un accordo serio, l’accordo raggiunto è stato quello di non decidere nulla e di non assumersi alcuna responsabilità, lasciando tutto immutato.

E’ successo quindi che i leader dei partiti invece di riunirsi, dicutere e parlare tra di loro hanno preferito per una settimana intera stuzzicarsi e accusarsi reciprocamente attraverso tweet, interviste televisive e indiscrezioni trapelate. Un spettacolo triste e irrispettoso nei confronti delle istituzioni e dei cittadini. La stessa proposta di rieleggere Mattarella sembra più un ripiego che una reale convinzione. Questa è una cosa davvero imbarazzante e offensiva nei confronti del Capo dello Stato.

L’impressione che ho avuto in questa settimana è che il Parlamento sia terrorizzato e paralizzato dal timore di turbare gli equilibri trovati un anno fa con il Governo Draghi [5], un governo, che raccoglie quasi tutti i partiti presenti in Parlamento e che governa indisturbato senza una vera opposizione. Una situazione anomala che, secondo il mio parere, non è giustificata né dalla pandemia di Covid-19 i cui effetti sono attualmente irrilevanti, né dalla crisi economica e nemmeno dagli impegni (debiti) assunti con l’Unione Europea. Un governo tecnico rappresenta una forzatura innaturale per una nazione seria, un vulnus democratico e una sconfitta per la Politica (quella con la P maiuscola).

La disfatta della politica

Quello che appare ormai chiaro è che l’elezione di un altro Presidente, a causa dei malumori che potrebbe provocare, porterebbe alla caduta del governo Draghi [5], alla difficoltà di formare un nuovo governo “di larghe intese” e alla eventualità di elezioni anticipate.

Per lo stesso motivo tutti i leader che avevano in precedenza auspicato la salita di Draghi al colle si sono rimangiati la parola.

Alla fine il punto sembra essere proprio questo.

Tutti i partiti vogliono evitare le lezioni anticipate e per questo hanno aderito al governo delle larghe intese e hanno deciso di ricofermare Mattarella come Presidente della Repubblica.

I motivi di questa comunione di intenti sono chiari:

  1. Mancanza di leadership: A capo dei principali partiti italiani non ci sono figure carismatiche capaci di esprimere e attuare una visione politica definita e coerente. Ognuno di essi cerca di difendere la propria posizione e il proprio “orticello”. Non hanno la forza di individuare una strada per la soluzione dei problemi né di costruire un progetto a medio o lungo termine. Infine mancano di umiltà e di rispetto nei confronti delle istituzioni, degli elettori e di chi ha idee diverse dalle loro.
  2. Mancanza di una visione: Con la fine della Prima Repubblica hanno cessato di essistere anche i partiti tradizionali che, pur con i loro dissidi e le loro divisioni interne (correnti politiche), rappresentavano i diritti e gli interessi dei cittadini con idee e soluzioni diverse e alternative. I partiti della Seconda Repubblica sono tutti di due tipi: o sono piccoli partiti padronali (che quindi rappresentano esclusivamente gli interessi del loro padre-padrone e dei suoi adepti) o sono partiti populisti che raccolgono una pluralità incompatibile di idee e  non hanno più né una identità né un  progetto serio da proporre e condividere. Tutti i partiti poi peccano di quelle che sono le cause principali dell’incomunicabilità e del dialogo costruttivo ossia la delegittimazione e la mancanza di rispetto nei confronti degli altri partiti.
  3. Diminuizione dei parlamentari: Molti dei deputati e dei senatori di questa legislatura sono consapevoli che difficilmente saranno rieletti perché il numero di parlamentari, nella prossima legislatura, sarà molto inferiore a quello attuale (saranno 600 e non più 945) [8].
  4. Acquisizione dei privilegi: Il 68% dei deputati e il 73% dei senatori di questo Parlamento soltanto a settembre del 2022 raggungerà la soglia dei 4 anni, 6 mesi e un giorno necesari per acquisire il diritto (privilegio) di un assegno pensionistico che potranno incassare in ogni caso a partire dai 60 o dai 65 anni (a seconda del numero di legislature in cui sono stati eletti). 

Tutte queste considerazioni portano alla convinzione che la Politica italiana è inadeguata, impreparata e immatura.

 

Conclusioni

A mio modesto avviso il presidente Mattarella in questi sette anni ha svolto il suo ruolo dignitosamente ma senza infamia e senza lode. Non ha fatto niente di rilevante per aumentare la fiducia nelle istituzioni, per favorire il dialogo e il rispetto reciproco tra i partiti, per facilitare l’ammodernamento della Costituzione, per sollecitare le riforme, per stimolare la crescita della democrazia, per combattere gli egoismi di parte, per difendere i più deboli dai potentati e dalle lobby, per rendere l’Italia una nazione più giusta, più unita e più solidale. Dopo sette anni l’Italia è rimasta la stessa, forse è addirittura peggiorata, non certo per colpa sua, questo è ovvio. Durante la pandemia, infine, non è stato all’altezza del suo ruolo che prevede il compito di  avvicinare gli italiani e favorire un sentimento di unità e solidarietà che sarebbe stato molto utile nei mesi più bui. In buona sostanza ha svolto il suo compitino, ma non sarà di certo un presidente che resterà alla storia.

Nei mesi scorsi però ha espesso una opinione forte e decisa sul suo futuro. La pochezza dei leader dei principali partiti italiani, che in questa settimana hanno mortificato le istituzioni della Repubblica, vorrebbe portarlo a un secondo, innaturale, mandato. Da persona seria qual è, dovrebbe, a mio avviso, comportarsi come un padre di fronte a dei figli immaturi. Per costringerli ad assumersi le proprie responsabilità e a comportarsi per una volta da politici veri dovrebbe rispettosamente rifiutare il secondo mandato. Questo sì farebbe crescere e maturare un pochetto la nostra Repubblica, rafforzerebbe la democrazia e lo immortalerebbe come un vero padre della Repubblica. Il rifiuto sarebbe l’unica risposta responsabile, costruttiva e altruista che ci aspetteremmo da una persona seria.

 

Le prossime scadenze:

  • Marzo 2021: Insediamento del Governo Draghi [5] sostenuto da: Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia, Partito Democratico, Italia Viva, Articolo Uno.
  • Gennaio 2022: Elezione del Presidente della Repubblica.
  • Settembre 2022 (fra poco più di 7 mesi): In questo mese anche gli ultimi parlamentari che non hanno ancora maturato il diritto all’assegno pensionistico accederanno a questo privilegio [3].
  • Marzo 2023: Termine della XVIII legislatura e indizione delle elezioni politiche (perlomeno si spera). Nel nuovo Parlamento i deputati passeranno da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200 [8].
  • Febbraio 2029: Elezione del prossimo Presidente della Repubblica.

 

Novità

Ma quale novità? Era uno scherzo. Come preannunciato Sergio Mattarella è stato rieletto dai Grandi Elettori con 709 voti il 29 gennaio 2021. Il quorum era di 505 voti. Carlo Nordio sostenuto da FDI ha preso 90 voti.

 

Fonti e riferimenti:

 

3 anni ago

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