43 secondi

Furono 43 i secondi che trascorsero il 6 agosto 1945  a Hiroshima dal momento in cui la bomba “Little Boy” fu sganciata da un B-29 americano al momento in cui esplose, ancora prima di toccare terra, radendo al suolo gran parte della città e causando migliaia di vittime.

Le immagini di morte e distruzione causate dall’esplosione della bomba atomica, ai nostri giorni, sono ben note a tutti e non possono che suscitare una sensazione di orrore e di paura. Ci si chiede ancora oggi se fosse davvero inevitabie ricorrere a questo mezzo per sconfiggere il Giappone e costringerlo alla resa.

Il documentario “BBC History of World War II: Hiroshima” (io l’ho visto su Netflix, ma è possibile vederlo, in inglese, su questo sito) è davvero molto interessante perché non solo racconta gli eventi accaduti in quei giorni utilizzando le testimonianze dei protagonisti di quelle vicende (militari americani e sopravvissuti giapponesi), ma cerca anche di spiegare il perché gli americani, guidati allora dal presidente Truman, decisero di utilizzare la bomba atomica.

Quando si parla di un episodio storico è sempre necessario inquadrarlo nel contesto in cui si è svolto.

Nell’estate del 1945 il mondo era stremato da 8 anni di una guerra che aveva coinvolto quasi tutte le nazioni, divise in due schieramenti principali: i paesi dell’Asse e i paesi Alleati. Una guerra che si stima abbia causato più di 60 milioni di vittime tra civili e militari. Gli Alleati avevano già vinto in Africa e liberato l’Europa, rimaneva aperto solo il fronte orientale in cui i giapponesi nonostante fossero praticamente sconfitti continuavano a opporre una difesa ostinata e disperata anche a causa del fanatismo di cui erano pervasi sia i vertici militari che tutti i soldati i quali preferivano andare incontro a morte certa piuttosto che arrendersi.

L’unica strada che rimaneva per porre fine alla guerra era quella di invadere il Giappone,e , in effetti, era quella la prossima mossa che tutti si aspettavano da parte degli americani.

La ricerca sulla bomba nucleare aveva richiesto agli Stati Uniti un enorme dispendio di risorse umane (scienziati e tecnici) ed economiche  perché si temeva che i nazisti stessero effettuando delle ricerche analoghe e si aveva fretta di ottenere dei risultati prima di loro. Nel frattempo però i nazisti erano stati sconfitti e la Germania era stata invasa.

Nel mese di luglio del 1945, in seguito al successo del primo test nucleare effettuato nel Nuovo Messico, gli americano si ritrovarono con un’arma micidiale e dovettero decidere se usarla o meno.

Per quanto riguarda i motivi che spinsero a prendere la decisione furono:

  1. La Seconda Guerra mondiale era già costata agli Stati Uniti oltre 400.000 vittime e il fronte orientale era risultato essere  il più impegnativo e duro di tutti. Quindi la volontà di chiudere al più presto anche questo fronte era molto forte.
  2. L’invasione del Giappone non sarebbe state una guerra di liberazione come le altre, ma una guerra di occupazione. Considerato il fanatismo dei giapponesi, si prevedva che sarebbe costata tantissimo in termini di vite umane sia da una parte che dall’altra. Basta pensare che, come descritto dalle testimonianze presenti nel documentario, i giapponesi si stavano preparando all’invasione che era considerata inevitabile e imminente addestrandosi a farsi esplodere con cinture imbottite di esplosivo sotto i carrarmati (kamikaze). Perfino le ragazzine nelle scuole erao state addestrate ad assalire i soldati nemici con bambù affilati. Questo fa pensare che l’avanzata americana sarebbe stata osteggiata con tutti i mezzi e avrebbe causato un massacro sia tra le fila dei giapponesi che tra quelle degli americani e avrebbe coinvolto anche la popolazione civile.
  3. Negli Stati Uniti c’era un moto di odio nei confronti dei giapponesi che erano considerati spietati ed accusati di essere dei criminali di guerra a causa degli eccidi perpetuati nei territori occupati e delle torture inflitte ai prigionieri.
  4. La bomba atomica era stata testata nel deserto, si conosceva il potere distruttivo, si sapeva che avrebbe prodotto delle radiazioni, ma probabimente non si aveva idea degli effetti collaterali come le piogge acide che causarono ulteriori vittime.
  5. Gli americani erano già ricorsi più volte nel corso della guerra a bombardamenti massivi che avevano coinvolto anche e soprattutto civili sia in Europa (Italia e Germania) sia in Giappone. Nel mese di marzo il bombardamento di Tokio aveva causato più di 100 mila vittime.
  6. Alcuni sostengono che, dopo aver realizzato la bomba, gli americani volessero effettivamente valutare il suo effettivo potere distruttivo su una città abitata e che per questo Hiroshima fosse stata risparmiata dai bombardamenti effettuati sul giappone fino ad allora. Rendere pubblico il fatto di possedere una tale arma sarebbe stato anche un atto di forza che avrebbe consolidato la supremazia militare degli Stati Uniti nel mondo.

Per quanto riguarda le testimonianze dei protagonisti, nel documentario ci sono sia quelle dei militari americani che parteciparano in prima persona all’operazione che quelle di alcuni sopravvisuti giapponesi.

L’esplosione delle bombe a Hiroshima e Nagasaki fu senza dubbio l’evento che pose fine alla Seconda Guerra Mondiale. Molti si chiedono se non fosse stato meglio far esplodere la bomba solo a scopo dimostrativo in una zona periferica e disabitata del Giappone. In verità dopo Hiroshima fu necessario ricorrere a una seconda bomba a Nagasaki prima che i giapponesi riconoscessero la superiorità americana e si arrendessero. La cultura vigente all’epoca in Giappone vedeva la resa come una cosa infamente e vergognosa e il fanatismo era tale e tanto da impedire di comprendere che la causa per la quale combattevano (la loro era una guerra di conquista) non solo era errata ma che era anche persa da tempo.

6 anni ago

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