Gita ad Aliano

Quest’anno, la gita annuale alla scoperta dei luoghi e dei paesi della Basilicata, si è svolta ad Aliano, il paese noto per essere stato la sede del confino di Carlo Levi che descrisse il periodo trascorso in quel luogo nel celebre romanzo: Cristo si è fermato ad Eboli.

Dopo poco meno di due ore di viaggio in auto, lungo la Basentana (Statale 407) e la Strada di Fondo Valle d’Agri (Statale 598), siamo giunti in questo paesino circondato dai calanchi.

I calanchi sono delle montagne di argilla di colore chiaro sulle quali cresce una rada vegetazione di arbusti e cespugli. Il risultato è un paesaggio surreale, quasi desertico, immerso in un’atmosfera di silenzio, tranquillità e solitudine. Credo che la vista di questo paesaggio sia molto suggestiva e valga da sola il viaggio.

Il paese è molto piccolo (poco più di 800 abitanti), ben tenuto, pulito e molto caratteristico. Passeggiando tra i vicoli stretti della parte più antica e caratteristica del paese immaginavo l’impatto che potesse aver avuto con questa realtà una persona proveniente da una grande città come Torino in un’epoca, tra l’altro, in cui la Lucania era molto povera ed arretrata 2. Ho immaginato anche la curiosità  degli alianesi quando si trovarono all’improvviso come concittadino questo signore per loro un po’ strano, un intellettuale che era anche medico, scrittore e pittore. Dicono che il romanzo Cristo si è fermato ad Eboli descriva molto bene questo incontro. Io purtroppo l’ho letto tanti anni fa e ricordo davvero poco, ma mi sono ripromesso di rileggerlo al mio rientro dalle vacanze.

Lungo le vie del paese e sulla facciata degli edifici, ci sono delle targhe che riportano dei brani del romanzo che si riferiscono a quel luogo o a chi ci abitava. Mi è sembrata davvero una bella trovata, mi piacerebbe ritornarci dopo aver riletto il romanzo.

 

Queste sono le cose che siamo riusciti a visitare in giornata 1 :

  • Centro storico: Dopo un giro per le stradine e le case che si affacciano sui burroni ci siamo soffermati in Piazza Garibaldi. Una piazzetta tutta ricoperta di ciottoli in cui oggi si trova la sede del Comune (che ai tempi di Levi era l’uffico postale del paese), di essa e la Casa con gli occhi, un edificio caratteristico per il fatto che la disposizione delle porte e delle finestre lo fanno sembrare un volto umano. Di fronte alla piazza, si può ammirare un burrone molto suggestivo noto come la fossa del Bersagliere 3.
  • Casa del confino e museo della Civiltà contadina: All’inizio del paese c’è la casa dove Carlo Levi visse i mesi di confino ad Aliano. L’appartamento da lui abitato è al primo piano dell’edificio, ma c’è una scala che conduce a un terrazzo soprastante dal quale è possibile ammirare parte del paese e il territorio circostante. La casa non è arredata ed è spoglia, lasciata volutamente così dopo che era stata svuotata in seguito alla partenza di Levi. Nella stanza più grande della casa è possibile vedere un filmato che ben spiega tutta la vicenda del confino, alcuni episodi del romanzo  e racconta delle visite successive dello scrittore ad Aliano 4. Al piano terra si trova il Museo della civiltà contadina in cui si trova il tipico arredamento delle case dei nostri bisnonni e molti degli arnesi e degli strumenti che usavano nella loro vita quotidiana. Purtroppo mi è sembrato che l’ambiente fosse un po’ trascurato, troppo polveroso e mal tenuto.
  • Pinacoteca: Proprio dietro la piazza principale del paese (Piazza Garibaldi) c’è una Pinacoteca nella quale sono esposti alcuni quadri di Carlo Levi, che oltre a essere un medico, era anche uno scrittore e un poeta. Ci sono anche un gran numero di foto, donate dallo stesso Levi, relative alle sue visite successive al paese e ad altri eventi fino al giorno del suo funerale.
  • Tomba di Carlo Levi: Si trova nel cimitero di Aliano, in cima a una collinetta appena fuori dal paese. E’ raggiungibile in auto, ma anche a piedi. Qui sono sepolti tutti i protagonisti del romanzo e l’autore, che chiese esplicitamente di essere sepolto lì dopo la sua morte. La tomba di Carlo Levi è semplice, a terra, coperta da una lastra di marmo sulla quale sono posati dei fiori e dei sassi.
  • Chiesa di San Luigi Gonzaga: Si trova in uno slargo, più su rispetto alla piazza e di fronte al Palazzo Scelzi, risale al XVI secolo, e conserva al suo interno tele di origini bizantine raffiguranti la Madonna con Bambino. 5
  • Locanda degli occhi: E’ il ristorante nel quale abbiamo pranzato. E’ a gestione familiare e si mangiano cose semplici ma buone: peperoni cruschi, orecchiette, agnello, salsiccia, capocollo, cavatelli, ecc. Siamo stati molto soddisfatti sia del pranzo che dell’accoglienza, per chi ci volesse andare ricordatevi che si trova in via Martiri d’Ungheria, 4 e non più in piazza Garibaldi, come dice erroneamente Tripadvisor.

Considerazioni

Il mio giudizio sulla giornata trascorsa ad Aliano potrebbe essere condizionato dal caldo infernale che abbiamo sofferto, dato che è risultata essere una delle giornate più calde, afose e umide di questa estate (il termometro dell’auto a un certo punto segnava 45 gradi, e ho detto tutto!!!).

Tuttavia, oltre alla piacevole compagnia e al solito ottimo pranzo lucano, la cosa che ricorderò con maggiore piacere è la vista del paesaggio. I calanchi trasmettono delle sensazioni che ti rimangono dentro e che ti tornano subito alla mente quando ripensi a quella zona della Basilicata perché è molto originale e sorprendente.

Per il resto credo che gli alianesi facciano bene a sfruttare la notorietà del loro ospite e del libro che ha scritto, ma che potrebbero farlo ancora meglio. Mi riferisco agli orari dei luoghi da visitare, al fatto che il centro di accoglienza dei turisti fosse chiuso, all’impossibilità di vedere il presepe dell’artista Francesco Artese nascosto in una stanza dietro la chiesa e inaccessibile al pubblico, allo stato di manutenzione del museo e alla mancanza di guide, audiogiude o cose simili che potrebbero rendere più interessante e piacevole la visita del paese e che farebbero apprezzare meglio le cose si vedono.

Il giorno prima della gita, per esempio, ci eravamo informati per sapere se fosse possibile effettuare delle visite guidate, ma ci dissero che ad agosto non era possibile.

Infine non mi sembra di aver visto molte strutture ricettive, nel caso qualcuno volesse pernottare per godersi la tranquillità e la bellezza del posto .

Detto questo, mi sembra un luogo che ha delle potenzialità non adeguatamente sfruttate nell’ambito del turismo e della ricettività, soprattutto sarebbe un luogo adatto al trekking e per trascorrere dei giorni di riposo e tranquillità.

 

Note e citazioni

1Qualunque cosa si voglia visitare ad Aliano  (Museo, Casa del confino, Pinacoteca, ecc.) è bene informarsi prima e chiedere i giorni di apertura e chiusura perché, anche volendoci andare in estate che è il periodo è naturale che ci siano più turisti, non è detto che siano aperti.

2Sono arrivato a Gagliano un pomeriggio di agosto, portato in una piccola automobile sgangherata. Avevo le mani impedite, ed ero accompagnato da due robusti rappresentanti dello Stato, dalle bande rosse ai pantaloni e dalle facce inespresive. Ci venivo malvolentieri, preparato a veder tutto brutto, perché avevo dovuto lasciare, per un ordine improvviso, Grassano, dove abitavo prima, e dove avevo imparato a conoscere la Lucania…Scaricato e consegnato al segretario comunale…rimasi solo in mezzo alla strada. Mi accorsi allora che il paese non si vedeva arrivando, perché scendeva e si snodava come un verme attorno a un’ unica strada in forte discesa, sullo stretto ciglione di due burroni, e poi risaliva e ridiscendeva tra due altri burroni, e terminava sul vuoto.” [4]

3La piazza non è veramente che uno slargo dell’unica strada del paese, in un punto più piano, dove finisce Gagliano di Sopra, la parte alta. Di qui si risale un altro po’, e si ridiscende poi, atraversando un’altra piazzetta, a Gagliano di Sotto, che termina sulla frana. La piazza ha case da una parte sola; dall’altra c’è un muretto basso sopra un precipizio, la Fossa del Bersagliere, così chiamata per esservi stato buttato un bersagliere piemontese, sperdutosi in questi monti al tempo del brigantaggio e fatto prigioniero dai briganti.” [4]

4Giungemmo in breve al palazzo: e davvero era la sola costruzione, in paese, che potesse portare questo nome. Di fuori aveva un aspetto tetro con i suoi muri nerastri e le piccole finestreferrate e i segni di un secolare abbandono… Spalancai una porta-finestra, mi affacciai a un balcone, dalla pericolante ringhiera settecentesca di ferro e, venendo dall’ombra dell’interno, rimasi quasi accecato dall’improvviso biancore abbagliante. Sotto di me c’era il burrone; davanti, senza che nulla si frapponesse allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco.” [4]

5La chiesa non era che uno stanzone imbiancato a calce, sporco e trasandato, con in fondo un altre disadorno su un palco di legno, e un piccolo pulpito addosato a una parete. I muri, pieni di crepe, erano ricoperti da vecchi quadri settecenteschi dalle tele scrostate e piene di strappi, malamente appesi in disordine in parecchie file.” [4]

 

Alcune foto:

 

 

Fonti e riferimenti

3 mesi ago

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