Fridays for future

Venerdì scorso in molte città di tutto il mondo si è celbrato il “Fridays for future“, una mobilitazione a cui hanno partecipato tanti giovani e tanti studenti al fine di sensibilizzare i governi, la politica e l’opinione pubblica rispetto alle problematiche ambientali e in special modo ai problemi del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici.

Da quando, dagli scienziati di tutto il mondo, sono stati sollevati questi problemi e sono stati prospettati degli scenari apocalittici per il futuro del nostro pianeta, è stato fatto troppo poco.

In tutto il mondo, soprattutto nei paesi più ricchi, si continua a produrre anidride carbonica, la principale causa dell’effetto serra e quindi del riscaldamento globale.

I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti, in periodo dell’anno assistiamo a fenomeni metereologici sempre più estremi, troppo caldo o troppo freddo, incendi gigantesci e tempeste spaventose.

Ci parlano ogni anno, del mese più caldo o dell’inverno più freddo del secolo e la causa di tutto ciò siamo noi, siamo noi che stiamo danneggiando la Terra.

L’appello della giovane svedese Greta Thunberg ha colpito molte persone, soprattutto giovani, che hanno deciso di far sentire la propria voce.

A me ha colpito soprattutto questa parte del suo discorso: “Molte persone dicono che la Svezia sia solo un piccolo Paese e a loro non importa cosa facciamo. Ma io ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. Se alcuni ragazzi decidono di manifestare dopo la scuola, immaginate cosa potremmo fare tutti insieme, se solo lo volessimo veramente. Ma per fare ciò dobbiamo parlare chiaramente, non importa quanto questo possa risultare scomodo. Voi parlate solo di una crescita senza fine in riferimento alla green economy, perché avete paura di diventare impopolari. Parlate solo di andare avanti con le stesse idee sbagliate che ci hanno messo in questo casino. (…) Ma non mi importa risultare impopolare, mi importa della giustizia climatica e di un pianeta vivibile. La civiltà viene sacrificata per dare la possibilità a una piccola cerchia di persone di continuare a fare profitti. La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso. Molti soffrono per garantire a pochi di vivere nel lusso.

E’ necessario maggiore rispetto per il nostro pianeta, al quale dobbiamo la nostra esistenza, le immagini degli oceani pieni di plastica e dei cieli pieni di smog, non sono il segno di una civiltà migliore e più avanzata, ma il segno dell’egoismo e dell’ignoranza di una società in cui i valori, il buon senso e l’altruismo sono subordinati alla sete di ricchezza.

I ragazzi che venerdì hanno manifestato hanno dimostrato molta più lungimiranza di tutti i politici e i “potenti” che hanno governato le sorti delle nazioni nell’ultimo secolo, non si può non essere solidali con la loro protesta.

Quando si parla di questi problemi e quando vedo le immagini del nostro pianeta così maltrattato, mi ritorna alla mente un film molto bello visto qualche anno fa: Wall-E. Dobbiamo cambiare molte cose, soprattutto nel nostro modo di vivere ogni giorno, affinché la Terra non diventi così…

 

 

Fonti e riferimenti:

6 anni ago

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