Il sistema periodico è un libro di racconti di Primo Levi. Quando ho iniziato a leggerlo, il primo di questi racconti mi stava annoiando così tanto che, dopo aver tentato ripetutamente di leggerlo fino alla fine, ho dovuto arrendermi, lasciarlo a metà e passare al secondo sperando di non dovermi rassegnare ad abbandonare il libro e sceglierne un altro. Alla fine la lettura deve essere un piacere e non una tortura.
Per fortuna ho fatto questa scelta, perché tutti gli altri racconti sono molto belli, interessanti e si leggono in modo scorrevole anche in tarda serata poco prima di andare a letto.
La raccolta contiene 21 racconti, ognuno dei quali ha come titolo un elemento della Tavola periodica e questo elemento è poi fortemente collegato alla storia. I racconti sono di vario genere, la maggior parte sono autobiografici, alcuni sono di fantasia, ma in tutti si fa riferimento a reazioni chimiche naturali, a particolari proprietà della materia o a esperimenti condotti in laboratorio.
Questo non significa che il libro abbia un linguaggio tecnico e che sia noioso, anzi, al contrario, i racconti sono piacevoli da leggere ed alcuni addirittura sono avvincenti perché ci sono delle vere e proprie indagini con degli enigmi da risolvere.
In uno di questi racconti Primo Levi, descrive le sue intenzioni con queste parole: “…non mi pareva giusto che il mondo sapesse tutto di come vive il medico, la prostituta, il marinaio… e nulla di come viviamo noi trasmutatori di materia… in questo libro avrei deliberatamente trascurato la grande chimica la chimica trionfante degli impianti colossali e dei fatturati vertiginosi, prché questa è opera collettiva e quindi anonima. A me interessevano di più le storie della chimica solitaria, inerme e appiedata, a misura d’uomo, che con poche eccezioni è stata la mia: ma è stata anche la chimica dei fondatori, che non lavoravano in équipe ma soli, in mezzo all’indifferenza del loro tempo, per lo più senza guadagno, e affrontavano la materia senza aiuti, col cervello e con le mani, con la ragione e la fantasia.”
Ma poi, come prevedibile, la Chimica è solo il pretesto per parlare di esperienze di vita, di esperienze lavorative, di episodi storici e di sentimenti. Si parla infatti anche di amicizia, di leggi raziali, dei lager nazisti, dei sogni e dei timori di una generazione di giovani inermi di fronte allo scoppio della guerra, del disorientamento generale all’indomani dell’armistizio, delle difficoltà di una nazione devastata e divisa dalla guerra ma che prova lentamente a rialzarsi e a costruirsi un futuro.
Per questo ho fatto un piccolo esperimento assegnando ad ogni racconto delle parole-chiave e, in base alla loro ricorrenza, ho realizzato una piccola “nuvola di etichette” (tag-cloud), una rappresentazione molto in voga nel Web:
L’edizione del libro che ho letto si conclude con una intervista molto interessante dello scrittore Philip Roth a Primo Levi in cui sono trattati vari temi e si parla non solo di questi racconti ma anche dei sui romanzi più famosi: La tregua, Se non ora quando e Se questo è un uomo.
I racconti mi sono piaciuti tutti (tranne il primo), ma se mi chiedessero quali sono i primi che mi vengono in mente direi: Piombo, Titanio, Vanadio e Argento.
L’ordine in cui si trovano è prettamente cronologico, ci sono prima quelli relativi agli studi di Chimica, poi quelli ambientati nel periodo di guerra e durante la deportazione e infine quelli delle varie esperienze lavorative. L’ordine cronologico è rotto solo dai racconti di fantasia che sono sparsi un po’ per tutto il libro. Consigliato.
Fonti e riferimenti:
- Il sistema periodico su Wikipedia.
- La tavola periodica degli elmenti su Wikipedia.
- Primo Levi su Wikipedia.
- Tag cloud realizzato su WordArt.com.